Il duo Eclecta, formato da Andrina Bollinger di Zurigo e Marena Whitcher di Winterthur, sperimenta suoni che esorbitano dalle definizioni convenzionali, cercando lo scambio interdisciplinare con altre forme d’arte. La FONDATION SUISA sostiene quest’opera con il contributo finanziario «Get Going!».
Laddove implodono le definizioni verbali delle diverse arti, dove le categorizzazioni stilistiche non sono altro che reliquie di un tempo passato, dove è possibile spiegare le ali in totale libertà, librandosi incessantemente all’interno di modelli sempre nuovi – quello è il luogo in cui il duo Eclecta si sente a casa. Il duo è formato da Andrina Bollinger e Marena Whitcher, entrambe soliste, polistrumentiste e cantanti. Due artiste – così si definiscono all’unisono – «semplicemente curiose». Ma una definizione di questo genere non rende loro giustizia: è il puro desiderio di sperimentare a costituire il loro motore trainante. Sebbene entrambe, ormai sulla soglia dei trent’anni, non abbiano ancora smarrito lo stupore tipico dell’età giovanile, sono in grado di affiancarlo a riflessioni mature, incorporando ogni volta elementi aggiuntivi nella loro arte e creando un risultato sempre omogeneo.
Andrina Bollinger e Marena Whitcher si sono conosciute alla scuola di jazz, ma in realtà non era la prima volta che si vedevano. «Ci eravamo già incontrate da bambine al Circolino Pipistrello», ricorda la Bollinger. La Whitcher aggiunge, ridendo: «Ma lo abbiamo scoperto solo in un secondo momento». Non si può sfuggire al proprio destino, così gli eventi hanno seguito il loro corso: «Quando a Marena è stato chiesto di esibirsi in un concerto da solista, non aveva abbastanza materiale per entrare in scena da sola, così si è rivolta a me. Abbiamo quindi accorpato le nostre canzoni ed è così che tutto ha avuto inizio», racconta la Bollinger.
«A Symmetry» (2016) è stato il nome del loro primo album e il gioco di parole che si cela nel titolo è più di un semplice manifesto, dal momento che le due donne, nel loro stile e nella loro arte, sono individualiste convinte, ciascuna impegnata a seguire la propria strada in numerose collaborazioni ed esibizioni da soliste. «Fin dal principio abbiamo giocato con i due personaggi, completamente diversi tra loro. Eclecta trae la propria linfa vitale da questa dualità, da questa asimmetria, ma allo stesso tempo abbiamo anche la possibilità di fonderci l’una con l’altra», spiega la Whitcher, mentre la Bollinger aggiunge: «Dal punto di vista vocale, possiamo raggiungere un’armonia tale che il pubblico riesce a malapena a distinguerci. Il titolo dell’album descrive questo gioco continuo tra simmetria e asimmetria».
Le 15 canzoni che, come già accennato, ignorano qualsiasi categorizzazione e scandagliano consapevolmente le faglie stilistiche da cui sgorga la voglia di sperimentare, rappresentano nel loro complesso un cangiante caleidoscopio di euforia e malinconia, di desiderio e riflessività. E così, anche dopo tre anni dalla sua uscita, «A Symmetry» suscita ancora un effetto sorprendente sull’ascoltatore, riuscendo a rivelare dettagli sempre nuovi. Per le due protagoniste, oggi il disco rappresenta però solo un’istantanea del loro processo artistico. «Nel nostro prossimo album, previsto in uscita all’inizio del 2020, vogliamo proseguire questo gioco, rendendo l’intera trama ancora più intrecciata e involuta».
Come tutto ciò si tradurrà in suono «rimane tuttora avvolto nel mistero», rivelano le due artiste, ammiccando. Le fonti da cui traggono ispirazione spaziano dai temi sociali alla pittura, dal teatro alla performance art, dalla letteratura alla filosofia. La Whitcher, di radici americane dal lato paterno, è un’appassionata del surrealismo e, durante le sue esibizioni, approfondisce questioni come «Chi sono i mostri odierni e perché ne abbiamo bisogno?» o «Avere problemi da ricchi e creare arte – i due aspetti sono compatibili?». Anche per la Bollinger è importante integrare nella sua opera argomenti di attualità politica e sociale, affrontando temi quali il cambiamento climatico, la libertà di opinione o la digitalizzazione, alla ricerca di luoghi che non siano dominati da numeri e codici. Si sposta continuamente tra Zurigo, Berlino e il suo paese d’origine in Engadina, cercando di catturare con un registratore digitale i suoni di queste diverse aree poiché, come lei stessa afferma, «il luogo in cui ci si trova è di importanza cruciale, quando si lavora in maniera creativa».
Anche il palcoscenico costituisce uno dei parchi giochi creativi delle due artiste: grazie a strumenti e a costumi di propria realizzazione, sanno trasformare un’esibizione in una sorta di opera d’arte totale. Per questa ragione, in futuro desiderano utilizzare in misura sempre maggiore i video per rappresentare visivamente la loro musica. Ma questo è solo uno delle migliaia di progetti in fase di sviluppo. In fondo, Eclecta dovrebbe rappresentare anche una dichiarazione contro lo spirito del tempo: «Nella nostra società individualistica, dove ognuno vede solo se stesso, lo sguardo verso l’esterno scompare completamente. Eppure la comunità rappresenta un bisogno fondamentale dell’uomo», chiarisce la Whitcher, mentre la Bollinger aggiunge: «Considero uno dei nostri compiti riflettere il mondo nella nostra arte, proponendo schemi di pensiero alternativi».
In ogni caso, entrambe considerano il contributo «Get Going!» della FONDATION SUISA un’estrema liberazione. «Ci fa dono di una merce assai preziosa: il tempo», dichiara la Bollinger. «Esatto», sottolinea la Whitcher, «non si viene mai retribuiti per il tempo infinito trascorso ad approfondire argomenti, a fare ricerche e a scrivere canzoni». In quest’ottica, Eclecta rappresenta un modello ideale per questo tipo di sostegno, perché le due giovani donne, che si muovono su terreni tuttora inesplorati, pervase dal desiderio di sperimentare, ora non corrono più il rischio di restare incagliate in una terra di nessuno.
Rudolf Amstutz
Nel 2018 la FONDATION SUISA ha iniziato ad assegnare nuovi contributi alla creazione. Con il progetto «Get Going!» vengono incentivati finanziariamente processi creativi e artistici che esulano dalle categorie convenzionali. In una serie di ritratti presentiamo i beneficiari dei contributi «Get Going!».
fotografia: © Andrea Ebener